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Si definisce, con il termine di stitichezza (o stipsi), il rallentamento della progressione del contenuto del colon, sino alla sua espulsione attraverso lo svuotamento dell'ampolla rettale mediante l'evacuazione. Si intende anche la diminuzione delle evacuazioni oppure una modifica delle feci, che si presentano più dure del solito. Bisogna tenere presente che la frequenza con cui si evacua varia da persona a persona (da tre volte al giorno a una volta ogni due giorni sono situazioni nella norma). L'importante è verificare eventuali cambiamenti improvvisi delle proprie abitudini, che possono essere indicativi di eventuali patologie in atto, specialmente se la stitichezza è accompagnata da altri sintomi (dolori addominali, perdite di sangue, dimagrimento, febbre, diarrea). In questo caso è opportuno rivolgersi a un medico.
In realtà esistono due forme di stipsi: la stipsi da propulsione, comunemente definita "stitichezza", legata effettivamente al rallentato transito, ed una stipsi da espulsione, tecnicamente definita da "out-
In questo secondo caso la difficoltà del Paziente consiste nella incapacità parziale o totale alla evacuazione. Per comprendere meglio questa complessa attività fisiologica, è bene conoscere in maniera un po' più approfondita le dinamiche alla base della funzione del colon.
Il contenuto intestinale arriva nel colon in forma liquida; la funzione primaria di questo organo è rappresentata dal riassorbimento della parte liquida e dalla espulsione finale dei prodotti della digestione. Il colon è dotato di un proprio Sistema Nervoso Semi-
Sostanzialmente, stimoli esterni recepiti dal SNC, possono provocare un'azione di eccessivo stimolo alla produzione di serotonina o bloccarne l'azione; ne conseguirà un transito accelerato nel colon (diarrea) o rallentato (stipsi).
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Possiamo anche distinguere due forme di questa patologia: la "stitichezza acuta" e la "stitichezza cronica".
La
La stitichezza cronica invece può essere provocata da diverse condizioni, fra cui abitudini alimentari errate (diete povere di fibre, pasti assunti a orari irregolari), sedentarietà o condizioni particolari di vita e di lavoro. Ci sono poi cause psicologiche oppure altre patologie in corso che ostacolano la defecazione (per esempio la presenza di emorroidi o ragadi anali). Infine la stitichezza può essere provocata (in una minima parte dei casi) da alcune patologie, anche gravi, come il diabete, le lesioni del sistema nervoso, la presenza di tumori del colon.
Sintomatologia
La sintomatologia, essenzialmente, consiste nella incapacità alla espulsione quotidiana dei residui della digestione degli alimenti, mediante lo svuotamento dell'ampolla rettale.
Allorché questa funzione fisiologica viene espletata con una frequenza minore (una volta a settimana od anche ogni 10-
Oltre alla incapacità alla evacuazione, il corredo sintomatologico è caratterizzato da: digestione lenta, sensazione di ingombro addominale, gonfiore addominale, facile affaticabilità sino al malessere generale ed alla irritabilità dell'umore.
Nei casi di stipsi ostinata, inoltre, l'evacuazione è spesso, necessariamente, indotta dall'uso di colagoghi (lassativi), assunti per via orale (sciroppi, fitoterapici di erboristeria etc.), emollienti assunti per via trans rettale (glicerina in supposte, mini clip evacuativi etc.), ovvero necessità di utilizzare manovre di svuotamento manuale dell'ampolla rettale.
La diagnosi
Una corretta diagnosi di stipsi deve necessariamente consentire la distinzione tra stipsi da propulsione e stipsi da out-
Le indagini diagnostiche devono inoltre escludere la presenza di malattie del colon che ostruiscano il lume del viscere ed impediscano il transito dei residui della digestione.
Sostanzialmente devono essere eseguiti:
lo studio endoscopico del colon, per escludere, come detto, le patologie ostruttive (polipi voluminosi o tumori del colon, presenza di ragadi anali);
lo studio radiografico dei "tempi di transito", si tratta di un esame radiografico eseguito in due sedute successive, dopo l'ingestione di "markers" radiopachi (piccoli pallini in gomma) che commisti ai residui della digestione, percorrono tutto il colon sino alla espulsione.
Fisiologicamente i markers devono essere stati completamente espulsi entro massimo 48 ore dalla loro ingestione. Un deficit di propulsione del colon, comporterà la mancata espulsione dei markers e la loro distribuzione nei vari segmenti del viscere.
La manometria ano-
Per comprendere l'importanza di questo esame, assolutamente indolore, è necessario conoscere la dinamica della espulsione dei residui della digestione.
Questo atto fisiologico coinvolge: l'ampolla rettale, che si contrae quando al suo interno si è accumulata una certa quantità di residui della digestione (solitamente 150 c.c.); lo sfintere anale, normalmente tonico e deputato alla continenza, si rilascia per favorire l'espulsione del contenuto rettale; i muscoli del pavimento pelvico, che si contraggono per favorire l'azione di espulsione del contenuto dell'ampolla rettale.
La sinergia di questi tre atti consente un fisiologico svuotamento dell'ampolla rettale; quando questa sinergia viene a mancare si parla di stipsi da "out-
Lo studio della reazione della muscolatura dell'ampolla rettale alla distensione, del tono dello sfintere, anale e della sua capacità di rilasciamento; lo studio della capacità alla contrazione dei muscoli del pavimento pelvico vengono indicati con il termine di "manometria ano-
La cinedefecografia
La dinamica della sinergia delle tre azioni descritte viene anche valutata attraverso la cinedefecografia.
Questo esame radiologico consiste nella visualizzazione radiografica dell'ampolla rettale mediante l'uso di una piccola quantità di mezzo di contrasto (bario).
La simulazione di una evacuazione, durante l'esecuzione delle radiografie, consente di quantificare l'efficacia della contrazione dei muscoli del pavimento pelvico, ed il loro rapporto con l'ampolla rettale.
Le cure della stitichezza
Alimentazione
Per affrontare con successo la stitichezza si deve innanzitutto intervenire sull'alimentazione; regole fondamentali sono:
1) Utilizzare una dieta ricca (senza esagerare!) di fibre, ma soprattutto di frutta e verdura. Spesso è preferibile utilizzare corn flakes (attenzione: scegliete veri corn flakes e non biscotti travestiti da corn flakes; la discriminante sono le calorie per 100 g che devono essere inferiori a 300, ottimalmente circa 250. Riferitevi all'articolo I cereali per la prima colazione).
2) Dare la precedenza a cibi probiotici come gli yogurt di ultima generazione.
3) Dare la preferenza a cibi sazianti, cioè che abbiano un volume maggiore e a parità di calorie portino maggiore sazietà. Per esempio fra i formaggi meglio la ricotta della mozzarella o del grana.
4) Consumare pasti a intervalli regolari e con calma. Al mattino è utile "imparare ad amarsi", lasciando il giusto spazio alla colazione che deve essere fatta con calma e con soddisfazione. In molti casi la stitichezza si instaura in soggetti che "aboliscono" il rito del mattino per troppa fretta. Piuttosto svegliatevi mezz'ora prima, ma fate tutto con calma!
5) Non ha pregio il consiglio di bere molto. Sicuramente bere poco favorisce la stitichezza, ma se il soggetto è sano (cioè il suo stimolo della sete funziona!) e segue un'alimentazione ricca di cibi con alto contenuto di acqua basta bere quando ha sete. Quale acqua? Acqua naturale (se ne beve in quantità maggiore prima di soddisfare lo stimolo della sete) oppure acque frizzanti con alto contenuto di sali, specie solfati e magnesio (anche se questo accorgimento non fa certo miracoli!).
6) Attività fisica – La dieta italiana sancisce un binomio indissolubile fra alimentazione e attività fisica. È ottimistico pensare di vincere la stitichezza senza fare attività fisica. Tale attività deve essere continua, frequente e di media intensità. Passeggiare 20' al giorno non serve granché, camminare a passo svelto per 50'-
7) Psicologia – Se il soggetto non trova il tempo per pensare a sé stesso difficilmente risolverà il problema. La funzione intestinale è anche un atto d'amore verso il proprio corpo. Come detto fretta e stitichezza sono alleate.
8) Lassativi -
Da evitare o usare eccezionalmente purganti salini (sali di magnesio), stimolanti naturali (estratti di aloe, senna, frangula, olio di ricino), polifenolici (bisacodile, picosolfato). Meno critici i lubrificanti (olio di paraffina) o la glicerina che però a lungo andare possono provocare ragadi e/o emorroidi. I lassativi del futuro potranno essere i probiotici (a base di batteri che costituiscono la normale flora del colon come lactobacilli e bifidobatteri; possono essere introdotti direttamente nell'intestino per esempio con le pomate usate per il controllo delle emorroidi) e i prebiotici (sostanze che nutrono i batteri del colon rinforzandoli).
9) Corrette abitudini:
Non rimandare l'atto della defecazione, tale comportamento rischia di inibire gli stimoli allo svuotamento del retto. Al sopraggiungere dello stimolo cercare di recarsi al bagno il prima possibile, appena le condizioni sociali lo permettono.
Evitare sforzi eccessivi durante la defecazione, tale comportamento rischia di far perdere la normale coordinazione tra i meccanismi fisiologici coinvolti nella defecazione: contrazione dell'ampolla rettale, contrazione dei muscoli del pavimento pelvico e rilassamento dello sfintere anale interno (involontario) e di quello esterno (volontario). Sforzi eccessivi durante la defecazione predispongono anche alla comparsa delle emorroidi, e risultano potenzialmente pericolosi per le persone che soffrono di disturbi cardiovascolari (molto comuni nell'età anziana). Al sopraggiungere dello stimolo cercare di recarsi al bagno il prima possibile, appena le condizioni sociali lo consentono; è importante ottenere un'evacuazione naturale attendendo lo stimolo senza sforzi eccessivi, magari rilassandosi con un giornale; la posizione migliore è quella acquattata (alla turca), in cui l'addome viene naturalmente compresso contro le cosce (un rimedio utile in presenza di stitichezza è quello di porre un rialzo sotto i piedi in prossimità del wc).
Farmaci
Prima di assumere farmaci per la cura della stitichezza, è doverosa la diagnosi: infatti, molti pazienti richiedono lassativi contro la stipsi, quando, in realtà, non sono necessari.
Se l'aumento dell'introduzione di liquidi e fibre non è sufficiente a regolarizzare l'intestino, sarà necessario ricorrere alla terapia farmacologica.
I farmaci comunemente utilizzati hanno azioni diverse: possono ridurre l'assorbimento dell'acqua consentendo una maggiore idratazione del contenuto del colon, possono agire stimolando la motilità della muscolatura del colon, oppure, infine, bloccare l'inibizione alla motilità, ovvero, bloccare gli effetti del "brain-
Peraltro, l'uso prolungato negli anni dei farmaci, provoca assuefazione agli stessi, con progressiva ridotta efficacia.
Nonostante sia accertato che la stitichezza è una condizione altamente soggettiva, i lassativi non sono certo indicati quando, semplicemente, non si hanno evacuazioni regolari ogni giorno: a seguito di un'assunzione smodata, eccessiva e sregolata di questi farmaci, l'intestino tende ad adattarsi e a necessitare continuamente la loro somministrazione. Inoltre, l'abuso di questi principi attivi può generare ipocalcemia.
I farmaci per la stitichezza sono utili per curare il disturbo in sé, non la causa che ne sta alla base, tant'è vero che spesse volte la stipsi esprime solamente un sintomo che cela alcune patologie o disturbi primari.
La dieta, inoltre, rappresenta un altro elemento sostanziale, che incide pesantemente sulla stitichezza: una dieta povera di fibre (o che ne sia eccessivamente ricca) può aumentare le difficoltà d'evacuazione, trascinando tutti i sintomi che accompagnano il disturbo.
I farmaci lassativi sono particolarmente utili in più occasioni:
quando lo sforzo d'evacuazione è tale da acutizzare una patologia (es. angina),
quando la difficoltà di evacuazione aumenta le probabilità di sanguinamento rettale (sindrome emorroidaria),
prima di interventi chirurgici o esami diagnostici (es. colonscopia),
in caso di stitichezza associata ad infezioni batteriche: i farmaci rappresentano un valido ausilio per eliminare i patogeni più velocemente,
in caso di stitichezza indotta da farmaci.