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TRATTAMENTO DELLE STENOSI DIGESTIVE
In un campo dominato dalla terapia chirurgica l’introduzione di sonde transendoscopiche per dilatazione pneumatica (Through The Scope: TTS)
ha consentito lo sviluppo di tecniche endoscopiche per il trattamento delle stenosi, che possono giovarsi anche del posizionamento di protesi metalliche autoespandibili rivestite.
Possono essere trattate stenosi di natura benigna (ad es. cicatriziali) e, nella maggior parte dei casi, di natura maligna.
DILATAZIONE ENDOSCOPICA
Il paziente con stenosi del tubo digerente sintomatica, si ricovera La procedura endoscopica viene eseguita con il paziente in decubito supino o laterale sinistro: se necessario il paziente viene sottoposto a sedazione profonda ed è richiesta la assistenza anestesiologica.
La dilatazione della stenosi del tubo digerente viene ottenuta mediante la introduzione attraverso il canale operativo dell’ endoscopio nel lume della stenosi stessa di una sonda a palloncino di calibro e lunghezza idonei, che viene insufflata con aria o soluzione fisiologica, fino ad ottenere una pressione endoluminale sufficiente a dilatare il viscere. La misurazione del successo o meno della procedura dilatativi è ottenuta mediante il successivo passaggio trans-
Al termine della procedura, il paziente viene trasferito nel reparto e sottoposto a controllo clinico con particolare attenzione alla comparsa di febbre, dolori addominali, ematemesirettorragiamelena, vomito. Si provvederà alla monitorizzazione e registrazione dei parametri vitali del paziente (PA,FC, diuresi e FR) ed alla raccolta a sei ore dalla procedura di un campione ematico per la determinazione dell’emocromo di controllo.
Il trattamento endoscopico è consigliabile in caso di stenosi unica, di lunghezza generalmente non superiore a 10 cm: i palloni attualmente in commercio hanno infatti una lunghezza variabile tra 5 e 8 cm, con un diametro massimo di 20 mm.
Condizione necessaria per eseguire la terapia dilatativa è la possibilità di raggiungere la stenosi endoscopicamente.
La visualizzazione della stenosi mediante esame radiologico consente di valutarne in modo accurato la morfologia e la lunghezza.
L’introduzione ed il passaggio della sonda pneumatica attraverso la stenosi va eseguita con cautela. Spesso, infatti, la stenosi è angolata e la progressione del dilatatore, di consistenza relativamente rigida, non risulta agevole.
Maggiormente utilizzati sono i palloni dilatatori dotati di filo guida; quest’ultimo permette un posizionamento più agevole e sicuro, diminuendo il rischio di perforazioni o la creazione di false strade.
Dopo il posizionamento del pallone, si esegue la dilatazione sotto controllo radiologico: la sonda viene riempita di acqua e di una piccola quantità di mezzo di contrasto radiopaco che permette di controllare visivamente, sotto scopia, la scomparsa dell’indentatura sul pallone causata dalla stenosi stessa.
Durata e numero di dilatazioni eseguibili nel corso della stessa seduta variano in letteratura, anche se normalmente la durata della singola dilatazione è quasi sempre di due minuti, con la possibilità di eseguire anche sei dilatazioni nella stessa seduta.
Dopo la avvenuta dilatazione è possibile cercare di superare la stenosi per sincerarsi dell’efficacia della dilatazione (cosa che non è sempre possibile per l’angolatura e l’edema post-