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Carcinoma della colecisti
E’ un tumore raro (0,40% e 1% nei pazienti senza e con colelitiasi, rispettivamente) e la sua l'incidenza annuale nei colelitiasici non supera lo 0,9 per mille. Sebbene la colelitiasi sia presente in circa i 2/3 dei pazienti con carcinoma della colecisti, non vi è a tutt'oggi alcuna sicura relazione causa-
Gli studi epidemiologici non indicano la necessità di effettuare una colecistectomia "profilattica" nel paziente colelitiasico asintomatico per l’eventuale prevenzione del cancro colecistico.
Eccezioni in questo senso possono essere rappresentate:
dai pazienti con calcoli di dimensioni elevate (>3 cm), a causa dell'effetto irritante cronico sulla mucosa colecistica;
dal riscontro di una colecisti calcifica ("a porcellana");
da alcune anomalie anatomiche della via biliare principale.
Il cancro colecistico è appannaggio dell'età adulta-
La presentazione clinica è quella di un dolore all'ipocondrio destro in un paziente generalmente con colelitiasi, a cui si aggiungono segni di allarme quali perdita di peso, astenia e febbricola.
Gli esami di laboratorio difficilmente aiutano nella diagnosi. Talvolta si può riscontrare un innalzamento degli indici di colestasi (fosfatasi alcalina e gamma-
L’ecografia può rilevare la presenza di una massa all’interno della colecisti, senza cono d'ombra posteriore, associata o meno a colelitiasi, con ispessimento delle pareti ed eventuale infiltrazione del parenchima epatico.
Con lo stesso esame sono inoltre esplorabili altre sedi vicine (fegato, linfonodi ecc.).
La TAC è l’esame più importante per evidenziare il tumore, il grado di infiltrazione del fegato, la presenza di metastasi e di linfonodi ingrossati. Ha un'accuratezza diagnostica elevata come l'ecografia (60-
Attualmente sia la RMN che la PET non hanno un ruolo ben definito nella diagnosi del carcinoma della colecisti.
La terapia è radicale solo quando il tumore non ha oltrepassato la parete colecistica, ma circa il 50% dei pazienti presenta già metastasi al momento della diagnosi.
La stadiazione preoperatoria consente di pianificare l’intervento più idoneo.
Nei pazienti itterici è consigliabile eseguire una colangiografia percutanea (PTC) per valutare il grado di infiltrazione della via biliare principale e per posizionare un drenaggio biliare esterno, riducendo i valori di bilirubina nel sangue ed il prurito.
Se le vie biliari non sono dilatate può essere utile l’esecuzione di una colangiografia per via endoscopica (ERCP) per visualizzare il coledoco e valutare la presenza di un’infiltrazione della via biliare.
Comunque sia, è d’obbligo eseguire una colangiografia durante l'intervento chirurgico, per visualizzare l’anatomia e l’eventuale invasione dell’albero biliare ed effettuare successivamente un esame istologico estemporaneo del dotto cistico (nel caso risultasse positivo per tumore, è necessario associare la resezione della via biliare).
La prognosi è pertanto generalmente infausta con una mortalità del 75% entro un anno.