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Bari

CHI SIAMO

Nome abitanti:  baresi
Coordinate:  41°7′31″N 16°52′0″ECoordinate: 41°7′31″N 16°52′0″E
Altitudine:  5 m s.l.m.
Superficie:  116,17 km²
Abitanti: 319 .169 (31-10-2023)
Densità:  2 721,61 ab./km²
Comuni confinanti:  Adelfia, Bitonto, Bitritto, Capurso, Giovinazzo, Modugno, Mola di Bari, Noicattaro, Triggiano, Valenzano
Cod. postale:  70121-70132
Prefisso:  080
Fuso orario:  UTC+1
Codice ISTAT:  072006
Cod. catastale:  A662
Targa:  BA
Cl. sismica:  zona 3 (sismicità bassa)

Patrono:  san Nicola, Madonna Odegitria, san Sabino, san Michele Arcangelo
Giorno festivo:  8 maggio - san Nicola

Bari (Vàre nell'antico dialetto barese, Barium in latino, Barion in greco) è un comune italiano di 316.169 abitanti, capoluogo della regione Puglia  e dell'omonima città metropolitana.
Il peculiare centro storico (la cosiddetta Barivecchia) è permeato di una storia millenaria e si contrappone all'ottocentesco quartiere murattiano dall'ordinata  pianta a scacchiera, che meglio interpreta la tradizione commerciale della città. Nel  Secondo dopoguerra, l'urbanizzazione rapida e spesso incontrollata ha reso meno regolare la parte moderna del capoluogo, sviluppatasi al di là del quartiere murattiano.

È il nono comune italiano per popolazione, terzo del Mezzogiorno e primo della regione. La città barese è situata in un'area fortemente urbanizzata  con un agglomerato   urbano che conta circa 700.000 abitanti ed è una delle 15 città metropolitane italiane, la cui area metropolitana conta circa 1.000.000 di abitanti. È nota per essere la città nella quale riposano le reliquie di san Nicola.  Tale privilegio  ha reso Bari e la sua basilica uno dei centri prediletti dalla Chiesa ortodossa in Occidente.

Bari ha una solida tradizione mercantile e da sempre è punto nevralgico nell'ambito del commercio e dei contatti politico-culturali con l'Est europeo e il Medio Oriente.
Il suo porto è oggi il maggiore scalo passeggeri del Mar Adriatico.
Dal 1930  si tiene a Bari la Fiera del Levante; più recentemente la città è diventata sede del segretariato per il Corridoio pan-europeo 8.


Territorio

La città si affaccia sul Mar Adriatico per una lunghezza di 42 km, fra i comuni di Giovinazzo, a nord, e Mola di Bari, a sud.
Il territorio comunale è al centro di una vasta area pianeggiante e depressa, la conca di Bari. Tuttavia, nella sua porzione centrale, si spinge per alcuni chilometri nell'entroterra, fino ai centri di Bitritto, Modugno e Bitonto, incontrando così   i primi pendii della Murgia.

La città va dai 0 ai 131 metri di altitudine sul livello del mare. La casa comunale si trova a 5 metri di altitudine. La conformazione della città viene spesso descritta come un'aquila con le ali spiegate, la cui testa è la piccola penisola sulla  quale è sorto il primo nucleo urbano, Bari vecchia.

Il dialetto barese
Il dialetto barese è un idioma che si è costruito e modificato a seguito delle innumerevoli occupazioni di popolazioni straniere che per secoli la città ha vissuto e  che hanno donato alla parlata barese peculiarità diverse ed un'inflessione   incomprensibile per molti italiani.
Dal punto di vista filologico, il dialetto barese ha avuto origine dalla comune lingua madre, il latino, prima del siciliano e poi del napoletano; conseguentemente a tale evoluzione si è creato, sotto vari influssi, il tipico idioma barese.
Il barese viene parlato grosso modo in tutta la provincia di Bari e in quella di Barletta-Andria-Trani, ove sono presenti alcune varianti come il barlettano e l'andriese. Ci sono zone di influenza anche più a nord, nella provincia di Foggia, in cui    tuttavia è parlato il dialetto foggiano. A ovest la parlata del capoluogo pugliese si diffonde nella provincia di Matera, il cui dialetto non presenta evidentissime differenze con quello barese, mentre a sud il suo influsso raggiunge anche le parti    più settentrionali della provincia di Brindisi.

Età antica e medievale
Non sono chiare le origini di Bari: dagli scavi nell'area della chiesa di San Pietro, nella città vecchia, sembra ipotizzabile l'esistenza di un originario insediamento dell'età del bronzo, appartenente al popolo dei Peucezi. Alcune tracce rinvenute  nella piazzola di San Pietro fanno risalire i primi insediamenti a 4000 anni fa (Età del bronzo).
Al XV secolo a.C. appartengono alcuni ritrovamenti di frammenti ceramici e di alcune strutture di capanne nelle adiacenti aree di scavo nel complesso di San Francesco della Scarpa e nella piazza in cui sorgeva la chiesa di Santa Maria del Buon consiglio.
Nel III secolo a.C. la città era un fiorente porto della Peucezia, il territorio che occupava la parte centrale dell'Apulia. Entrata a far parte del dominio romano, nel III secolo a.C. come municipium, Barium si sviluppò in seguito alla costruzione  della via Traiana.
Ebbe quindi la qualifica di "municipium cum suffragio", con la possibilità cioè di avere proprie leggi e istituzioni, pur dipendendo da Roma. Inoltre divenne un importante porto e nodo stradale. Bari possedette una zecca ed ebbe un pantheon, dedicato  alle sue divinità pagane.
Dal IV secolo fu sede episcopale e dopo la caduta dell'impero romano fu contesa tra Longobardi e Bizantini (l'attuale struttura della "città vecchia" risale a quest'epoca, e si articola intorno alla corte del Catapano) che nel 669 con l'imperatore  Costante II la saccheggiarono.
Successivamente fu in mano dei Berberi (dal 847 al 871 fu sede di un emirato) e quindi dei duchi longobardi di Benevento. Nell'875 tornò ai Bizantini che la crearono capitale del thema di Langobardia, comprendente l'Apulia e la Calabria.
Liberata, dopo sei mesi di assedio dei Saraceni, dalla flotta veneziana, nel 1002 si ribellò sotto la guida di Melo di Bari (nobile barese) al governo fiscale del catapano bizantino, riuscendo nel 1018 ad ottenere la propria autonomia.
Ultimo possedimento bizantino in Italia, nel 1068, la città di Bari fu assediata dai normanni, che la strapparono ai bizantini nel 1071, e nel 1087 vi furono portate le spoglie di san Nicola di Myra. Tra il XII e il XIV secolo fu porto di partenza  per le Crociate.
Nel 1098 nella cripta della nuova basilica di san Nicola, si riunì il concilio presieduto da papa Urbano II, al quale intervennero oltre 180 vescovi riunitisi per discutere di problemi dogmatici inerenti ai rapporti tra la Chiesa ortodossa e Chiesa  Romana all'indomani del Grande Scisma.
Distrutta da Guglielmo il Malo nel 1156, tornò a rifiorire in epoca sveva, intorno al castello fatto erigere da Federico II su preesistenti fortificazioni normanne.
Un lungo periodo di decadenza (dovuta soprattutto alla politica vessatoria dei governi dominatori) caratterizzò la città sotto le dominazioni di Alduino Filangieri di Candida, Maestro della Regia Corte e Giustiziere di Bari dal 1284, e quelle angioina,  aragonese e spagnola, interrotto dallo splendore sotto gli Sforza, con le duchesse Isabella d'Aragona e Bona Sforza. Bari subì anche la dominazione veneziana, grazie alla quale si ebbe l'ampliamento del porto e un periodo molto florido, favorito anche  dal commercio di prodotti dell'entroterra, molto richiesti sui mercati esteri.

Età moderna
Il 25 aprile del 1813, con Gioacchino Murat, fu posta la prima pietra dell'espansione cittadina al di fuori delle mura medioevali ("borgo nuovo", o "borgo murattiano"), caratterizzato dal tracciato ortogonale delle vie. La popolazione crebbe rapidamente  dagli allora 18.000 abitanti ai 94.000 dell'inizio del XX secolo: divenuta capoluogo di provincia, vi trovarono sede edifici e istituzioni pubbliche (Teatro Piccinni, la camera di commercio, l'Acquedotto pugliese, il Teatro Petruzzelli, l'Università  degli Studi) e la casa editrice Laterza.
Durante il ventennio fascista fu costruito il lungomare monumentale ed inaugurata la Fiera del Levante, con la quale prese vita il disegno di "Bari porta d'oriente", consacrato negli anni recenti dal ruolo di "European gateway" assegnato dall'Unione Europea.
A metà del XX secolo la città si è espansa ulteriormente, in modo disordinato, giungendo a sfiorare i 400.000 abitanti negli anni settanta e ottanta.
La città, fatta metropoli, affronta i fenomeni del pendolarismo e della deurbanizzazione, mentre crescono il terziario e l'area industriale. A causa della sua posizione Bari accoglie un notevole flusso di immigrazione dall'est. L'8 agosto 1991 sbarca  nel porto la nave Vlora, carica di oltre ventimila Albanesi.
Alle porte del 2000 il centro storico viene ristrutturato e restituito a nuova vita, mentre si avvia al termine un profondo rinnovamento infrastrutturale che coinvolge porto, aeroporto, interporto e ferrovia.

Seconda guerra mondiale
Nel corso della seconda guerra mondiale i porti di Bari, Brindisi e Taranto furono fra i più attivi e strategicamente importanti per le forze alleate, che occuparono il meridione italiano in seguito allo sbarco in Sicilia, anche per il cospicuo numero  di mezzi e navi che i porti ospitarono per tutta la durata del conflitto. Le città portuali tuttavia furono teatro di disastri navali e consuetudinari scenari bellici che penalizzarono soprattutto la popolazione locale. Bari visse due pesanti catastrofi  navali, tra le quali la seconda fra le più disastrose di tutta la guerra.
Il primo e più grave disastro ebbe luogo il 2 dicembre 1943, a pochi mesi dalla cacciata dei tedeschi da Bari e dalla battaglia in difesa del porto del 9 settembre. Il porto, in cui erano ormeggiate decine di navi alleate, subì un pesantissimo bombardamento  aereo della Luftwaffe. Alle 19.25 una pioggia di ordigni, sganciati da ottantotto bombardieri bimotori tipo Ju 88 A4 appartenenti a tre stormi (KG 30, KG54 e KG77), investì le navi del porto che si concentravano compatte presso il nuovo molo foraneo.  L'effetto fu amplificato dal forte assembramento di mezzi: le navi affondate furono 17, di cui 4 inglesi, 3 norvegesi, 3 italiane e 2 polacche. Tra le navi affondate vi era l'inglese John Harvey carica di bombe all'iprite, un gas asfissiante già usato  durante il primo conflitto mondiale e presente a Bari solo per essere utilizzato in caso di necessità bellica. Il numero di vittime non è mai stato accertato; il totale secondo fonti anglosassoni supererebbe i 680, ma a causa dei moltissimi civili  dispersi la stima potrebbe superare il migliaio. Per la gravità delle conseguenze, il "bombardamento di Bari" è conosciuto come uno dei più tragici bombardamenti navali della seconda guerra mondiale, secondo per rilevanza solo all'attacco di  Pearl Harbor, in cui le navi affondate furono parimenti 17.
Il secondo disastro colpì la città il 9 aprile 1945, ore 11.57, quando il piroscafo americano Charles Henderson esplose a causa di un incidente con il carico di materiale bellico. Le vittime accertate, fra gli abitanti del vicino borgo antico e  gli scaricatori del porto, furono 175 e si registrarono 142 dispersi. In totale 317 persone furono travolte e uccise dall'esplosione. Più di 600 rimasero ferite gravemente, migliaia in modo lieve. Un centinaio furono invece le vittime tra gli alleati.  L'esplosione, che investì tutto il borgo antico, provocò pesanti danni alla cattedrale, alla basilica di San Nicola e alla Chiesa russa.

Il Congresso antifascista di Bari
Durante le operazioni belliche, in seguito all'armistizio di Cassibile stipulato l'8 settembre 1943, e precisamente nei giorni 28-29 gennaio 1944, si tenne a Bari (in quegli anni infatti la città era uno dei centri di maggiore attività politica  nell'Italia occupata dagli Alleati, il congresso dei comitati provinciali di liberazione, che volle definire per i partiti antifascisti, escluso il PRI) le linee direttive comuni della futura azione politica nazionale: abdicazione di Vittorio Emanuele  III e formazione di un governo che fosse espressione politica dei comitati di liberazione, dotato di pieni poteri al fine di intensificare lo sforzo bellico e di preparare la nuova Costituzione. La maggior parte di questi avvenimenti fu commentata e trasmessa  da Radio Bari che dal settembre del 1943 era diventata la prima radio dell'Italia libera, anche se operava sotto il controllo degli Alleati.

Monumenti e luoghi di interesse
Architetture religiose:

Basilica di San Nicola di Bari: uno dei simboli della città di Bari, sorge nel cuore della città vecchia, in una larga piazza, dove, prima della sua costruzione, vi era il palazzo del catapano bizantino (distrutto durante una ribellione popolare).  L'edificio fu eretto tra il 1087 ed il 1197, allo scopo di custodire le reliquie di san Nicola, trafugato da Myra da alcuni marinai nel 1087. La sua struttura è uno dei migliori esempi di architettura romanica pugliese.

La cattedrale di San Sabino fu eretta nell'XI secolo, dopo la distruzione della città (avvenuta nel 1156) ad opera di Guglielmo il Malo. Come la basilica, anche questa chiesa è uno dei migliori esempi di Romanico pugliese: ha una facciata semplice,  e, come il resto del complesso, si caratterizza per la presenza di lesene, archi, bifore e monofore. In alto presenta un maestoso rosone dalla cornice variegata. I tre portali che immettono nell'interno sono datati all'XI secolo, ma sono stati rimaneggiati  nel XVIII secolo.

Il Teatro Petruzzelli
Il teatro Petruzzelli è il maggiore teatro di Bari e il quarto più grande d'Italia, ubicato nel pieno centro del capoluogo pugliese.
Il teatro è di proprietà della famiglia Messeni Nemagna.
La storia del teatro Petruzzelli di Bari ha inizio quando Onofrio e Antonio Petruzzelli, commercianti e armatori baresi, presentarono al comune di Bari la progettazione del teatro dell'ingegnere Angelo Cicciomessere (poi Messeni), marito della loro sorella Maria. La loro proposta venne accettata e il 29 gennaio 1896 stipularono il contratto tra la famiglia e l'amministrazione comunale.
Con quel contratto il comune di Bari cedeva il suolo in uso perpetuo ai Petruzzelli perché vi edificassero un politeama.
Due anni dopo, nell'ottobre 1898, cominciarono i lavori finanziati esclusivamente dalla famiglia proprietaria, che terminarono nel 1903. Internamente il teatro fu affrescato da Raffaele Armenise, decorato in oro zecchino e, cosa avveniristica per l'epoca, dotato di riscaldamento e luce elettrica per una capienza di 2.192 posti. Il Petruzzelli tolse a Corato il primato del più grande teatro di Puglia.
Fu inaugurato sabato 14 febbraio 1903 con "Gli ugonotti" di Giacomo Meyerbeer.

Palazzi

Palazzo dell'Acquedotto Pugliese, Palazzo Mincuzzi, Palazzo Fizzarotti

La città vecchia
o Barivecchia, è la parte più antica della città e si caratterizza per la presenza di vicoli stretti e contorti, creati apposta per diminuire il più possibile l'ingresso di soldati nemici all'interno delle mura, e per numerose chiese e palazzi  eretti dal Medioevo al Settecento. In questa zona di Bari, infatti, è concentrata la maggior parte dei manufatti storici che hanno documentato la storia della città attraverso i secoli.

Il castello Normanno-Svevo
è una fortezza costruita nel 1131 da Ruggero il Normanno. Nel 1156 Guglielmo I di Sicilia, lo distrusse quasi interamente e, subito dopo, Guido il Vasto, su commissione di Federico II di Svevia, si occupò della sua ricostruzione. Dopo gli interventi  di Federico II, durante il XVI secolo, furono effettuati vari interventi per adeguarlo alle esigenze difensive dell'epoca. Il complesso è caratterizzato dalle torri quadrate che lo sovrastano e da un fossato largo e profondo.
Il Fortino di Sant'Antonio Abate
fu eretto per scopi difensivi. La data di costruzione non è accertata; tuttavia talune fonti citano il forte a partire dal XIV secolo. Distrutto dai baresi nel 1463, fu ricostruito nel XVI secolo per volere di Isabella d'Aragona.

Parchi, spiagge e giardini
Il parco 2 giugno: Il più grande parco pubblico barese è il Parco 2 giugno, nel quartiere di Carrassi,
mentre tra le spiagge libere spiccano le strutture di Pane e Pomodoro e Torre Quetta, nel litorale sud di Bari.

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