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La pancreatite cronica è un processo infiammatorio che coinvolge inizialmente il sistema duttale pancreatico ( piccoli, medi e grandi dotti > e successivamente il parenchima acinoso ed insulare della ghiandola. Esordisce generalmente intorno la terza-
Le cause della pancreatite cronica sono praticamente le stesse della pancreatite acuta. Le cause comuni sono costituite da:
abuso di alcol (responsabile, da solo, di circa il 90% dei casi nei paesi occidentali)
calcoli
biliari
Altre cause sono:
malnutrizione proteico-
consumo di cassava (nei paesi tropicali e subtropicali di Asia e Africa)
fumo di sigaretta
ipertrigliceridemia
ERCP
traumi addominali
farmaci (sulfonamidi, estrogeni, tetracicline)
Cause più rare sono:
ereditarie
fibrosi cistica
autoimmuni
infezioni (specialmente virali, da Coxsackie virus di gruppo B)
iperparatiroidismo
idiopatica
Evoluzione e sintomi
La pancreatite cronica evolve in due fasi sequenziali: la fase precoce e la fase tardiva.
La prima fase si colloca entro i primi cinque anni dall'esordio clinico ed è caratterizzata da frequenti riacutizzazioni dolorose. lì dolore è di tipo persistente, profondo ed è scatenato dall'ingestione di alcol e pasti ad alto contenuto lipidico.
La seconda fase si colloca dopo circa 10 anni dall'esordio della sintomatologia ed è invece caratterizzata da dalla riduzione delle crisi dolorose e dalla comparsa dei segni e sintomi cimici dell'insufficienza pancreatica esocrina ed endocrina: la maldigestione, con diarrea, steatorrea e creatorrea compare solo per funzioni pancreatiche ridotte di oltre l'80-
La pancreatite cronica, pur essendo una malattia di rilevante impegno clinico, raramente è responsabile direttamente della morte del paziente che avviene invece per le complicanze delle patologie legate all'abuso di alcol e fumo, quali i tumori extrapancreatici, il carcinoma pancreatico, la cirrosi epatica e la patologia cardiovascolare.
Secondo l'ipotesi patogenetica della scuola di Marsiglia, sulla quale si basa la classificazione di Marsiglia -
La precipitazione di tale materiale proteico insolubile, derivante in parte da fattori sconosciuti endogeni ed in parte da tossici esogeni come l'alcol ed il fumo, causa la formazione di plugs proteici su cui successivamente si depositano sali di Ca++. Sia i plugs proteici che i calcoli neoformati determinano disepitelizzazione dei dotti e danni alla membrana basale con relativa risposta infiammatoria e conseguente fibrosi stenosante. lì parenchima pancreatico viene gradualmente sostituito da tessuto fibroso con coinvolgimento tardivo delle isole di Langerhans. L'alcol in particolare, oltre ad agire da tossico sulle cellule acinari per effetto dell'acetaldeide1 favorisce la formazione dei plugs proteici aumentando la degradazione della litostatina, aumentando la concentrazione enzimatica nel succo pancreatico, diminuendo gli inibitori enzimatici come il PSTI Pancreatic Secretori Trypsin lnhibitor ) ed alterando il pH per la riduzione della secrezione dei bicarbonati.
Pancreatite Cronica Autoimmunitaria: in tale forma l'epitelio duttale esprime sulla propria superficie antigeni HLA di classe lì aberranti per cui diviene bersaglio di linfociti sensibilizzati che non riconoscono più tali cellule come "self". L'infiltrato linfocitario è periduttale ed evolve in fibrosi con obliterazione del lume ed ostacolo al deflusso. La forma autoimmunitaria può decorrere da sola o associarsi a colangite sclerosante, cirrosi biliare primitiva, rettocolite ulcerosa, morbo di Crohn e sindrome di Siogren.
Pancreatite Cronica Ostruttiva: consiste in un processo fibro-
Pancreatite Cronica Associata A Distrofia Cistica Della Parete Duodenale: descritta per la prima volta nel 1970, è caratterizzata dalla infiammazione alcol-
Pancreatite Cronica Associata A Mutazione Del Gene Della Fibrosi Cistica: in tal caso l'alterazione è a carico del gene CFTR ( Cystic Fibrosis Transmembrane Conductance Regulator ) responsabile della mucoviscidosi. La frequenza di questa mutazione è significativamente più elevata nei pazienti affetti da pancreatite cronica rispetto alla popolazione generale. Secondo un'ipotesi patogenetica di autori statunitensi, la mutazione genetica comporterebbe un'alterazione del pH intraduttale ed intra-
Pancreatite Cronica Alcolica Pura: rappresenta circa il 10% del totale, ed i meccanismi patogenetici sono quelli già ricordati.
Complicanze ed Associazioni Morbose
Le complicanze più frequenti sono le cisti , le pseudocisti e le ostruzioni biliari. Tra le associazioni morbose sono da ricordare l'ulcera duodenale ( per il ridotto tamponamento del carico acido duodenale ), la cirrosi epatica ( elevato introito alcolico), la colelitiasi e, per la forma autoimmunitaria, la colangite sclerosante primitiva, la cirrosi biliare primitiva, le malattie croniche intestinali e la sindrome di Sjogren. Nei pazienti affetti dalle forme associate ad alterazioni genetiche, e quindi con lunga storia di malattia per la precocità della sua insorgenza, è stata dimostrata un'aumentata incidenza di adenocarcinoma pancreatico.
Diagnosi di laboratorio
Durante la fase acuta dolorosa, gli esami ematochimici evidenziano un modesto incremento della amilasemia, della lipasemia, della tripsinemia e, frequentemente, incremento di bilirubina, gamma-
La riserva funzionale endocrina pancreatica può essere valutata con il test al glucagone e la valutazione di un'eventuale insulino-
Nel dubbio diagnostico con un una neoplasia pancreatica è opportuno il dosaggio del CA-
La riserva ghiandolare esocrina può essere valutata misurando l'escrezione giornaliera con le feci di chimotripsina (v.n. > 6 UI/g. ) o dell'elastasi-
La riserva funzionale degli enzimi lipolitici può essere valutata indirettamente con il Pancreolauryl Test; il dilaurato di fluoresceina, un composto che viene scisso dalle esterasi pancreatiche con liberazione di acido laurico e fluoresceina, viene somministrato per 05. La fluoresceina viene assorbita ed escreta con le urine. Dal rapporto tra la raccolta urinaria di fluoresceina dopo somministrazione in un giorno differente di fluoresceina pura, si ottiene un valore indice della funzione pancreatica ( T/K): valori di T/K inferiore al 20 % sono sicuramente patologici. I test indiretti hanno il vantaggio di essere facilmente eseguibili e ben tollerati. Tuttavia, sebbene siano in grado di dimostrare un'insufficienza esocrina grave, la loro utilità è scarsa nelle pancreatopatie di grado lieve e moderato dove la sensibilità della metodica è bassa per l'alto numero di falsi negativi.
La massima capacità secretoria pancreatica può essere valutata direttamente dosando gli enzimi pancreatici ed i bicarbonati nell'aspirato duodenale raccolto mediante sondino durante stimolazione continua con secretina (0,5 U/kg/ora) e ceruleina (0.5 U/Kg/ora) somministrate per via endovenosa. I limiti principali di questa metodica consistono nel suo. costo elevato e nella bassa tollerabilità da parte del paziente, e per tali motivi essa è sempre meno utilizzata. Ciò nonostante la sua accuratezza è decisamente elevata, aggirandosi intorno al 95-
Il dosaggio dei lipidi nelle feci ha' un significato clinico limitato, in quanto la steatorrea compare solo quando la secrezione di lipasi è compromessa per oltre il 90%, quindi in una pancreatopatia di grado avanzato. La metodica si basa sul dosaggio quantitativo dei grassi eliminati con le feci dopo una dieta a contenuto noto. Valori di grassi fecali > 6g./die sono considerati patologici.
L'uso degli esami funzionali non è più di tipo diagnostico ma è volto a:
Stabilire il grado di insufficienza esocrina. Sebbene i test diretti siano i più precisi, sono stati sostituiti da quelli indiretti.
Decidere quando iniziare la terapia enzimatica sostitutiva. Tale decisione si basa prevalentemente su criteri cImici (comparsa di diarrea e malnutrizione), ma il dosaggio dei grassi fecali potrà confermare l'indicazione alla terapia medica anche nella fase preclinica del malassorbimento evitando così il deterioramento delle condizioni; generali del paziente.
Determinare l'efficacia della terapia modificando eventualmente il dosaggio degli enzimi sostitutivi. Anche per questo scopo è indicato il dosaggio dei grassi fecali.
Diagnostica per immagini
La
La radiografia delle prime vie digestive con contrasto baritato può evidenziare, nei pazienti con importante sintomatologia emetica, la pancreatite cronica associata a distrofia cistica della parete duodenale.
L'
La
Sempre di maggiore impiego è la colangio-
Diagnostica endoscopica
Nella sua modalità perendoscopica (EUS), l'utilizzo di frequenze sonografiche più elevate consente un migliore studio della morfologia ghiandolare, diretto soprattutto alla definizione di un piccolo nodulo intra-
La
Si può schematizzare l'approccio diagnostico alla pancreatite cronica nel seguente modo:
Il paziente che presenta una sospetta pancreatite cronica con dolore quale sintomo più eclatante deve essere sottoposto a CPRE.
Se la sintomatologia è caratterizzata più da segni di insufficienza esocrina vanno eseguiti i test di funzionalità indiretta.
Se entrambi questi esami risultano negativi ma permane il dubbio diagnostico, VI e indicazione all'esecuzione di un test diretto di funzionalità pancreatica, la cui sensibilità è più elevata nelle forme iniziali.
Posta la diagnosi, la CPRE sarà utilizzata come metodica per la visualizzazione dell'albero pancreatico, mentre ecografia e TAC risulteranno utili soprattutto per la dimostrazione di complicanze legate al processo infiammatorio cronico.
L'ecoendoscopia è elettiva nei casi in cui sia rilevata una piccola massa parenchimale per la diagnosi differenziale con una neoplasia mediante l'esecuzione di un esame citologico per agoaspirato ecoguidato.
Terapia
La terapia della pancreatite cronica si propone di alleviare il dolore e di correggere l'insufficienza esocrina ed endocrina, ma non modifica la storia naturale della malattia la cui progressione verso l'insufficienza pancreatica terminale avviene inesorabilmente. Solo nelle forma iniziali, un trattamento medico ben condotto e l'assoluta sospensione dell'alcol possono arrestare l'evoluzione del processo infiammatorio.
Anche per il trattamento del dolore nella pancreatite cronica, l'aspetto più importante è rappresentato dalla sospensione del potus, elemento questo che consente di rallentare il deterioramento della funzione pancreatica. L'influenza dell'alcol sul dolore è legata alla sua azione quale potente secretagogo e la percentuale di pazienti in cui tale sintomatologia dolorosa scompare o si riduce è maggiore tra quelli che hanno sospeso l'alcol.
lì trattamento medico del dolore pancreatico comprende la somministrazione di. analgesici dapprima minori ( acetaminofene, aspirina ) eventualmente associato ad ansiolitici, e quindi maggiori. L'inibizione della secrezione pancreatica quale misura antalgica è stata tentata con la somatostatina (200 mcg s.c. tre volte al di) con risultai in qualche studio negativi, in qualche altro incoraggianti. Sotto studio l'octreotide che riduce il dolore nel 65% dei casi. La somministrazione di. questi farmaci deve essere effettuata prima dei pasti, in modo da alleviare le crisi post-
Nei pazienti che non rispondono ad una energica terapia medica, si può ricorrere temporaneamente al riposo funzionale assoluto mediante alimentazione parenterale totale (TPN).
La correzione dell'insufficienza esocrina e quindi della steatorrea e della maldigestione secondaria all'insufficienza pancreatica, si basa sulla somministrazione di estratti pancreatici associati a farmaci H2 bloccanti o PPI (inibitori della pompa protonica). Gli enzimi pancreatici vengono infatti denaturati irreversibilmente a pH inferiore a 4, per cui nel duodeno si può rilevare solo l'1-
La correzione dell'insufficienza endocrina si riassume sostanzialmente nel controllo dell'iperglicemia da insufficiente produzione di insulina. Una dieta ipocalorica , a causa delta coesistente maldigestione, è mal applicabile in questi pazienti ed il trattamento dell'iperglicemia viene effettuato con la somministrazione di insulina sotto costante controllo della glicemia per il rischio di crisi ipoglicemiche legate in parte all'irregolarità nell'assunzione del cibo ed in parte all' alterata produzione di glucagone.
La terapia endoscopica si basa sulla sfinterotomia nei pazienti con stenosi a livello della papilla di Vater ( pancreatite cronica ostruttiva > e nella pancreatite cronica associata a mutazioni del gene della fibrosi cistica in cui sembra ritardare l'evoluzione della malattia. La presenza di calcoli intraduttali è un'indicazione precisa all'esecuzione di una sfinterotomia endoscopica previa Litotrissia extracorporea.
Anche la chirurgia non è in grado di modificare la progressione della malattia, ma si propone di correggerne la sintomatologia e di trattare le complicanze. Sono queste ultime che guidano le indicazioni all'intervento chirurgico e non la presenza di alterazioni anatomiche in assenza di sintomi. Le principali indicazioni al trattamento chirurgico sono:
Presenza di sintomatologia dolorosa cronica invalidante non controllabile con la terapia medica o con la neurolisi percutanea.
Presenza di nette modificazioni nella morfologia della ghiandola ( macrolitiasi intraduttale, cisti e/o pseudocisti ) o degli organo adiacenti ( Stenosi duodenale, stenosi coledocica, presenza di tramiti fistolosi ) alle quali sia direttamente riconducibile la sintomatologia del paziente.
Diagnosi differenziale con la patologia neoplastica qualora le indagini strumentali non siano dirimenti.
La scelta del tipo di intervento (recettivo o derivativo ), si basa sui dati anatomici dell'albero duttale pancreatico forniti dalla CPRE. In circa il 40-