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La celiachia (dal greco κοιλία = koilìa cavità, ventre), detta anche malattia celiaca (MC) o sprue celiaca (per "sprue" si identifica una malattia cronica caratterizzata da diarrea e anemia che porta alla cachessia), è un'intolleranza permanente alla gliadina, è una malattia autoimmune, multiorgano, caratterizzata dalla produzione di autoanticorpi e dalla comparsa di danno intestinale in seguito all’ingestione di glutine in soggetti geneticamente determinati.
La gliadina è la componente alcool-
L'avena sembra essere tollerata in piccole quantità dalla maggior parte dei soggetti affetti.
Pertanto, tutti gli alimenti derivati dai suddetti cereali o contenenti glutine in seguito a contaminazione devono essere considerati tossici per i pazienti affetti da questa malattia.
Sebbene la malattia non abbia una trasmissione genetica mendeliana, è comunque caratterizzata da un certo grado di familiarità, dovuta sia ai geni del complesso maggiore di istocompatibilità sia ad altri geni non ancora identificati.
L'intolleranza al glutine causa gravi lesioni alla mucosa dell'intestino tenue, che regrediscono eliminando il glutine dalla dieta.
La reversibilità del danno è strettamente legata alla non assunzione da parte del soggetto celiaco di alimenti contenenti glutine o comunque da esso contaminati.
a malattia celiaca non guarisce: il soggetto celiaco rimarrà tale per tutta la sua vita, l'unica cura consiste nell'adozione di una dieta rigorosamente priva di glutine.
In caso di sospetta malattia celiaca è necessario praticare il dosaggio degli anticorpi specifici (antitransglutaminasi ed antiendomisio) ed in caso di positività di quest’ultimi proseguire con l’accertamento endoscopico (test I livello).
Data l’elevata prevalenza nella popolazione generale (circa l’1%) della malattia celiachia questa rappresenta una delle principali cause di malassorbimento.
Test di I livello
Anticorpi antitransglutaminasi tissutale (anti-
Anticorpi antiendomisio (EMA) Rappresenta il test di conferma per la diagnosi di celiachia (sensibilità 95%, specificità 99%). Questi anticorpi si evidenziano mediante immunofluorescenza usando soprattutto cordone ombelicale umano.
La differenza tra gli EMA e gli anti-
Per entrambi gli autoanticorpi i falsi negativi sono soprattutto dovuti a deficit congenito totale o parziale di IgA.
Anticorpi antiglutine (AGA) Sono anticorpi contro l’α-
Anticorpi anti gliadina deamidata (AGA II o a-
Recenti segnalazioni hanno dimostrato la presenza in pazienti celiaci di anticorpi IgA contro i filamenti di actina (IgAAA) con una sensibilità del 42-
Esofagogastroduodenoscopia con biopsie duodenali
I quadri macroscopici che è possibile riscontrare sono:
• mucosa duodenale con aspetto a mosaico, nodulare;
• margine delle pliche duodenali inciso (scalloped duodenal folds);
• perdita del disegno plicare (duodenal fold less);
• trama vascolare visibile;
• multiple erosioni in seconda porzione duodenale.
Questi quadri sono ben evidenti in seconda porzione duodenale, ma ci sono segnalazioni della presenza di tali quadri anche nel bulbo duodenale.
Durante l’endoscopia la tecnica di immersione in acqua permette la valutazione dei villi aumentando la sensibilità dell’esame endoscopico.
I prelievi bioptici in corso di endoscopia sono effettuati a livello della II porzione duodenale, indipendentemente dall’aspetto della mucosa. Si consiglia di effettuarealmeno quattro prelievi bioptici dalla seconda porzione duodenale orientandoli su carta bibula: infatti prelevare le biopsie in più punti del duodeno permette di superare il problema delle lesioni "a chiazze" (presenza contemporanea di aree di atrofia villare con aree con alterazioni lievi o addirittura normali).
Istologia
L’esame istologico dovrebbe descrivere i seguenti elementi:
Numero dei linfociti intraepiteliali (IEL) -
Iperplasia delle cripte -
Atrofia villare -
Uno dei principali problemi della biopsia intestinale è rappresentato dalla interpretazione del dato istologico che può avvenire solo in presenza di un corretto orientamento del pezzo bioptico sia in sededi prelievo che di fissazione in paraffina.
HLA DQ2/DQ8
La funzione degli HLA è innanzitutto quella di escludere con elevata probabilità la diagnosi di celiachia quando non vi è presenza né di DQ2 né di DQ8 (alto valore predittivo negativo). La positività per DQ2 o DQ8 in soggetti definiti a rischio di celiachia (quadro clinico suggestivo di malattia ma laboratorio negativo e/o biopsia non diagnostici) e nei familiari di I grado, deve indurci a un’attenta sorveglianza e monitoraggio. Recentemente nuove regioni non-
È stato recentemente proposto che la diagnosi di celiachia si basi sostanzialmente sulla presenza di almeno 4 criteri su 5 tra questi: sintomi, sierologia positiva, HLA, biopsia e risposta alla dieta senza glutine.
Un ulteriore contributo può essere chiesto all’endoscopia capsulare con la quale è possibile studiare in maniera più estesa l’intestino tenue permettendo di evidenziare markers endoscopici di celiachia anche in pazienti con mucosa duodenale normale e sierologia compatibile con celiachia (la sensibilità è del 83% e la specificità del 98%), ma anche la presenza di eventuali complicanze.
Alcuni studi propongono l’uso dell’endomicroscopia confocale per facilitare la diagnosi di celiachia nei casi di lesioni “patchy” indicando una sensibilità ed una specificità rispettivamente del 100% e del 80% .