GASTROENTEROLOGIA - ENDOSCOPIA DIGESTIVA - STUDIO SPECIALISTICO

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Procedure operative in corso di gastroscopia

ENDOSCOPIA DIGESTIVA > EGDS - GASTROSCOPIA

#Procedure integrative a finalità diagnostica che possono essere attuate durante la gastroscopia

Durante la gastroscopia possono essere effettuati con alcuni trattamenti terapeutici, come la rimozione di oggetti ingeriti, l'arresto di sanguinamenti da ulcere o l'asportazione di polipi, o la dilatazione di restringimenti.

Biopsie. In corso di gastroscopia è possibile eseguire, se necessario, prelievi per l’esame istologico (piccoli campioni di tessuto prelevati con una specifica pinza) o prelievi citologici (campioni cellulari acquisiti con un particolare  spazzolino). I campioni così prelevati saranno poi inviati ad un servizio di Anatomia ed Istologia Patologica per gli esami del caso. Oltre ad aiutare nella distinzione tra lesioni benigne e maligne, le biopsie sono utili per evidenziare la presenza  di condizioni o lesioni pre-o cancerose dell’esofago, dello stomaco o del duodeno, per effettuare la ricerca di una eventuale contaminazione da Helicobacter Pylori, per la diagnosi di celiachia o per effettuare il test rapido di intolleranza al  lattosio .

Cromoendoscopia. L’utilizzo endoscopico di coloranti vitali (soluzione di lugol, cristal violetto) o di contrasto (indaco di carminio), permette, laddove indicato, un miglioramento della definizione morfologica di alcune lesioni (individuazione  dei margini, di eventuali residui dopo resezioni endoscopiche). I coloranti si spruzzano sulla mucosa digestiva attraverso un cateterino o direttamente attraverso il canale operativo dell’endoscopio.
Tatuaggio. L’utilizzo dell’inchiostro di china o di soluzioni di carbone sterile permette la “marcatura” di lesioni neoplastiche per facilitarne l’individuazione in corso di successive endoscopie o di interventi  chirurgici.
• Polipectomia. È una tecnica endoscopica che consente l’asportazione di lesioni polipoidi sessili o peduncolate del tubo digestivo, mediante l’utilizzo di anse diatermiche collegate a un elettrobisturi che eroga corrente diatermica.  Le complicanze più frequenti sono rappresentate dalla perforazione e dall’emorragia con un’incidenza che varia dal 3.4 al 7.2%. La mortalità può raggiungere lo 0,25%.
Tecniche avanzate di Resezione Endoscopica (EMR ed ESD). L’EMR o mucosectomia (Resezione endoscopica della mucosa e della sottomucosa) e l’ESD (Dissezione endoscopica sottomucosa) sono tecniche avanzate di rimozione di lesioni neoplastiche  superficiali. Esistono varie tecniche di esecuzione: quella più comune è la tecnica “lift and cut” che prevede l’iniezione sottomucosa, mediante ago dedicato, di soluzioni saline o colloidali che sollevano la lesione (mucosa  e la sottomucosa) dalla muscolare propria. Successivamente il blocco sollevato viene resecato con ansa diatermica nella EMR o con dissettore libero nella ESD. Le complicanze più frequenti per la mucosectomia endoscopica sono rappresentate dalla perforazione,  dall’emorragia e dalla stenosi con un’incidenza che varia dallo 0.5% al 5%, mentre per la dissezione endoscopica sottomucosa le complicanze più frequenti sono rappresentate dalla perforazione (fino al 6%), dall’emorragia (fino  al 11%). La mortalità può raggiungere lo 0,25%.
Emostasi. Ha come obiettivo l’arresto di un’emorragia. Le terapie emostatiche includono tecniche termiche, iniettive e meccaniche. È possibile la combinazione di due o più tecniche. Anche le tecniche di emostasi endoscopica  possono essere gravate da complicanze. L’efficacia del trattamento migliora se la cavità digestiva è stata preventivamente pulita. Il tasso di complicanze varia a seconda che si tratti di emostasi di emorragia varicosa (35-78%), con una mortalità  del 1-5%) o non varicosa (≤ 5%, con mortalità ≥ 4.5%). È possibile eseguire la legatura elastica delle varici anche come forma di profilassi primaria, cioè nei casi in cui non si è mai verificato un sanguinamento. In questo caso  la percentuale di complicanze varia dal 5 al 15%.
Nel caso di emorragie varicose, così come nella legatura profilattica, le complicanze sono: il sanguinamento tardivo post-procedura, l’aspirazione di sangue nelle vie respiratorie, la perforazione, l’ulcerazione o l’ematoma intramurario  nel sito di iniezione di sostanza emostatica e la stenosi.
Nel caso di emorragie non varicose le complicanze sono: la perforazione e l’esacerbazione del sanguinamento.

Rimozione di corpi estranei. Vari sono gli accessori che consentono la rimozione di corpi estranei accidentalmente o volontariamente introdotti nel tratto digestivo alto. In casi particolari, come la presenza di oggetti acuminati, è possibile  posizionare sull’estremità distale dell’endoscopio una cuffia di protezione per evitare lesioni durante la rimozione.
Le complicanze di tale procedura sono la lacerazione mucosa (≤ 2%), l’emorragia (≤ 1%), la perforazione  (≤ 0.8%).
Il tasso di mortalità, sia pur minimo, è strettamente correlato alle complicanze della procedura. Particolare attenzione deve essere posta nella gestione dei corpi estranei contenenti droghe (ovuli, condom) dal momento che l’eventuale rottura dell’involucro durante le manovre di rimozione può portare all’assorbimento delle droghe con conseguente sindrome da overdose ed elevato rischio di morte.

Dilatazione di stenosi. La dilatazione avviene inserendo, su filo guida precedentemente posizionato nel tratto stenotico, un dilatatore che può essere idro-pneumatico (palloncino a dilatazione progressiva a riempimento di acqua o aria) o meccanico  (sonda rigida di calibro progressivo). Possono essere necessarie più sedute per la risoluzione della patologia in quanto la dilatazione per essere sicura ed efficace, deve essere lenta e graduale. La dilatazione delle stenosi ha come complicanze la  perforazione e l’emorragia con tasso totale compreso tra lo 0.1e 0.4%. Tali percentuali aumentano nel caso di dilatazione pneumatica per acalasia, raggiungendo valori compresi tra 1.6 e 8%. La mortalità varia dallo 0.1 allo 0.5%.
Posizionamento di endoprotesi. L’endoprotesi è un dispositivo medico che consente di ripristinare e mantenere la pervietà del lume di un viscere. Le endoprotesi sono dei “tubi” di plastica o di metallo. La manovra di  posizionamento avviene sotto visione radiologica e/o endoscopica e consiste nell’inserire l’endoprotesi su filo guida attraverso il tratto stenotico o con fistola . Le patologie che possono richiedere il trattamento con endoprotesi sono  le stenosi o le fistole benigne e la palliazione delle stenosi maligne inoperabili; nel posizionamento di endoprotesi si distinguono complicanze precoci (2-12%) e tardive. Le prime sono rappresentate da: aspirazione di materiale gastro-enterico nelle  vie respiratorie, difficoltà respiratoria da compressione tracheale, sanguinamento e perforazione. Le tardive sono l’ostruzione (14-27%), la fistolizzazione (fino al 6%) e la dislocazione della protesi (3-20%). La mortalità è dell’1%.

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